Il cane - Rapporti e educazione.
Il cane è il "Migliore Amico dell'Uomo" ma fin da cucciolo bisogna sapere come educarlo e far nascere un rapporto di rispetto tra il cane ed i bambini della casa.
Il cinghiale è stato localizzato nel boschetto, sulla riva del fiume. Il gruppo si avvicina sottovento perchè esso non possa avvertire un senso di pericolo, mentre il più esperto dei cacciatori segue la pista nel sottobosco intricato.
Il vento cambia, il selvatico avverte la vicinanza del gruppo e cerca scampo verso il fiume. Due degli assalitori aggirano velocemente la macchia e gli tagliano la ritirata.
Sulla piccola spiaggia tormentata da tronchi e sassi marciti si conclude la caccia.
Il vecchio capo porta il primo colpo al cinghiale e poi gli altri, in un turbinio di zanne, di zampe e di urla.
Se il selvatico riesce a liberarsi e a riguadagnare il sottobosco, alcuni lo seguono ricalcando la pista di sangue finchè, quando è stremato, lo finiscono.
Più o meno in questo modo, gli studiosi delle antichissime epoche ci descrivono come l'uomo primitivo, l'uomo delle caverne, si procurava il cibo. Ma nel caso particolare non di uomini si tratta ma diLupi, e lo spunto è tratto dallo studio di noti ricercatori e studiosi del comportamento degli animali selvatici, di quelli cioè, che non hanno risentito dell'influsso dell'uomo. Alla luce delle attuali conoscenze, i metodi di caccia del lupo e dell'uomo primitivo mostrano una quasi assoluta identità, come si vede.
E' quindi logico che gruppi con strutture sociali tanto simili si siano associati per contribuire vicendevolmente alla propria sopravvivenza.
L'Origine del cane
Il lupo sarebbe quindi il primo canide entrato nella vita sociale dell'uomo; da esso, e precisamente dal canis lupus pallipes, sarebbe derivato l'attuale cane domestico in tutte le sue specie.
Se poi osserviamo all'interno del branco dei lupi la esistenza di individui dalle funzioni specializzate, vediamo come da quegli antichi progenitori possono essere derivate le attuali razze da caccia (cerca - sangue - ferma) con funzioni altrettanto specializzate. L'opera dell'uomo ha portato, poi, attraverso la selezione alle innumerevoli razze di cani oggi esistenti.
Ma al lupo si fanno risalire anche le odierne razze da guardia, in quanto con l'addomesticamento e la vita in comune l'uomo ha sfruttato l'istinto di territorialismo del lupo, facendone derivare una spinta attitudinale verso la difesa di una certa parte del territorio.
Un'altra teoria indicherebbe invece come iniziatore della collaborazione uomo-canide lo sciacallo.
Questo animale, vivendo degli avanzi del pasto di carnivori ben più dotati di lui nell'assalto alla preda, ha facilmente osservato come gli avanzi del pasto dell'uomo, indubbiamente il migliore cacciatore di quei tempi, diventassero ampiamente abbondanti con l'aumentare dei frutti della caccia.
Da qui a decidere di favorire le più notevoli capacità venatorie dell'uomo, il passo è brevissimo.
I reperti fossili di cane risalgono, secondo il preciso metodo di valutazione dell'età geologica basato sul dosaggio del Carbonio 14, a qualcosa come 11.000 anni fa, sia nel continente americano sia in quello europeo.
Nata quindi con carattere strettamente utilitaristico, questa associazione, attraverso i secoli si evoluta parallelamente alla civiltà dell'uomo. La fase che attualmente viviamo vede scomparire gli scopi utilitaristici (caccia, guardia) e avanzare invece la tendenza al carattera cane da compagnia, da sport (da mostre e da allevamento specializzato).
E' chiaro tuttavia che le caratteristiche di tali associazioni sono tuttora in evoluzione.
Perchè tenere un cane in casa ?
Molti e diversissimi sono i motivi che ci spingono ad accolgliere un cane in famiglia:
La ricerca di un giocattolo nuovo e vivo per i bambini;
L'essersi sentiti sperduti ed impotenti di fronte ai tondi occhi di un cucciolo implorante una carezza;
La pietà per un povero cane buono e randagio, fradicio di pioggia, che non vuole assolutamente smettere di seguirci.
Credo, tuttavia, che il motivo per cui un cane entrato per qualsiasi ragione in casa nostra, ci si ferma per anni fino alla morte, sia per la maggior parte dei casi tuttora inconscio.
L' "Homo Civicus", il cittadino, la varietà più evoluta dell' "Homo Sapiens", è un tipo strano; vive in metropoli sovraffollate, in mezzo a migliaia di persone, ma in definitiva è solo.
I rapporti con i familiari non sono più quelli che regolavano la familgia patriarcale; oggi i coniugi ed i figli sono spesso estranei tra loro, presi sino al parossismo dalle necessità della loro esistenza.
Ma essendo comunque l'uomo un animale sociale, carico di affetti, ha pur sempre la necessità di rivolgerli verso qualcuno o qualcosa. Ed allroa vediamo entrare nelle case: l'uccelletto, il gattino o altri animali più o meno strani ma soprattutto IL CANE.
E' lui infatti che più immediatamente soddisfa in noi questo bisogno di rapporto umano, ormai fatto esperto appunto, da 11.000 anni di convivenza con l'uomo.
Direi che il cane ci conosce forse meglio di come noi conosciamo noi stessi.
Ma l'uomo spesso, ignora tutto del proprio cane: la psicologia, le necessità, le regole sociali del cane.
Il più delle volte non si preoccupa affatto di conoscere più profondamente queste cose e sensazioni che il cane vive e prova, preso com'è dalle sue esigenze di affetto, e crede infatti che il suo cane sia felice solo perchè trova due pasti al giorno e una comoda cuccia in cui dormire.
Mentre l'uomo è arrivato all'inurbamenteo per gradi, poco a poco, l'evoluzione della sua civiltà l'ha portato ad esso, il cane, nonostante i secolo è rimasto cane: la vita libera, il branco, la ricerca del cibo tra gli avanzi dell'uomo, sono ancora cose attuali per lui; il cemento è un grande nemico, il traffico è un evento per lui sconvolgente, l'imposizione di urinare qua e non là è una cosa senza senso.
Forse anche per l'uomo l'inurbamento non è ancora del tutto accettato a livello inconscio;
infatti le nevrosi, di qualsiasi tipo sono costantemente in aumento; ma è certo che questo tipo di vita, anche se molte volte supinamente subito, non è affatto accettato dal cane; ciò è dimostrato, ci sembra dalla persistenza dei riti, immutabili nonostante i secoli, che regolano i rapporti del cane con il mondo esterno.
Le forme esteriori del territorialismo, dell'approccio con il cane sconosciuto, del gioco e della lotta tra cani, non sono cambiate affatto: sono soltanto coperte dalle nevrosi procurate dal conflitto tra un istinto naturale e una nuova convenzione sociale.
Se meditiamo attentamente vediamo come tutto sia vicino a ciò che gli specialisti ci dicono essere i problemi psicologici di un bambini normale.
Il cucciolo
Il cane dunque è entrato in casa; come il più delle volte accade si tratta di un cucciolo di cane, perchè si pensa tra le altre cose che un cucciolo si affezioni di più, che sia più facilmente educabile, che si condizioni con maggiore prontezza alle nostre abitudini.
Cominciamo quindi con il negare tutte queste convinzioni. Da questo punto di vista un cucciolo non è per niente diverso da un cane adulto.
Si affezziona allo stesso modo; si condiziona alle stesse cose con la stessa facilità; si educa altrettanto facilmente o altrettanto difficilmente a seconda dei punti di vista. E' evidente che a parte il fenomeno dell'imprinting, il cucciolo ha un certo numero di abitudini che sarà certamente inferiore a quelle di un cane adulto, e che pertanto troviamo un cervello più ricettivo e pressochè sgombro da apprendimenti precedenti che potrebbero contrastare con ciò che volgiamo insegliarli.
Continua...........
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